19 ottobre 2009

Il surrealismo a Roma. Tutto italiano.

Ieri, domenica, sono andato a vedere la mostra "Dada e Surrealismo" al Complesso del Vittoriano.

Sul sito degli organizzatori si legge:
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana

Promossa da:
Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Con il patrocinio di:
Senato della Repubblica
Camera dei Deputati
Ministero degli Affari Esteri

In collaborazione con:
Comune di Roma
Regione Lazio
Provincia di Roma
Camera di Commercio di Roma



Quelle sulle avanguardie sono praticamente le uniche mostre che vado a vedere, probabilmente perchè sono le uniche che mi interessavano a scuola e che forse comprendo meglio. L'arte va capita per essere apprezzata o giudicata, di questo ne sono sciuro.
Torniamo a domenica. Mi faccio una bella passeggiata per il centro, i Fori imperiali chiusi al traffico, pranzo in un bar carino e via verso la mostra. Pieno ovunque di turisti giapponesi, francesi e tedeschi (quelli che riconosco).

E penso...vedere Roma come turista, se non ci sei mai stato, deve essere un'esperienza fantastica.

Entrata 10 euro, io 7.50 perchè ho la tessera Bibliocard (costo annuale 5 euro) che permette l'accesso nelle biblioteche della capitale e sconti in molte attività culturali. Consigliata a tutti i romani.

Lo spazio espositivo mi piace, ci avevo visto anche la mostra di Picasso lo scorso inverno. Si paga al piano terra e poi si sale al primo piano. Alla fine della scala una parete bianca ti accoglie con un testo scritto che ti introduce al movimento Dada e a quello dei Surrealisti. Sulla destra una piccola sala con un filmato che presenta la mostra che riparte in automatico ogni volta che finisce e che ne descrive l'impostazione.Tutto questo in Italiano ovviamente.
Primo corridoio fatto di pannelli con informazioni sugli artisti, le differenze di stile, gli sviluppi del movimento nel corso degli anni. Tutto in italiano. Meno male, capisco tutto e riuscirò a capire meglio anche i quadri. Infatti un po' è così.
Tre o quattro salette 'tematiche' si aprono sul corridoio con disegni, quadri e collages e altri pannelli che ne descrivono il senso e contenuto. Tutto in italiano. Reisco a capire tutto.
Proseguo il giro, il tutto dura un'oretta e posso ammirare fantastici dipinti a olio di Magritte, Dalì, Man Ray, De Chirico, Duchamp, Kandinskij, Klee, Klinger, Gustave Moreau e Munch e moltissimi altri veramente che mi fanno sognare (mi piacerebbe potermene mettere uno in bagno: ho sempre desiderato avere un bel quadro in bagno).
Il percroso mi sembra ben articolato. Le opere sono numerose ma non eccessive. A fianco di ogni dipinto o scultura c'è il nome in lingua originale (francese) e la traduzione in italiano. E' domenica, l'ora di pranzo più o meno, e ci sono un sacco di tursiti stranieri che seguono le indicazioni fornite per il percorso (in italiano).
La mostra mi è piaciuta. Grazie ai pannelli e alle indicazioni credo di aver capito qualcosa di più su questo movimento artistico e filosofico (come ribadivano spesso i filmati e i pannelli lungo il percorso). Sonos tato contento anche di aver pagato un po' meno.

Sono uscito soddisfatto. Poi mi sono fermato un attimo, tornato in mezzo ai molti vistatori di questa città bella e di grande storia e ho pensato: ma quanto mi sarei incazzato se fossi stato un tedesco con una cultura media simile alla mia e fossi venuto qui, avessi pagato 10 euro il biglietto e non avessi avuto NESSUNA informazione manco in inglese per capire qualcosa in più.
Eh, si, avrei detto: sti italiani sono proprio ignoranti e poco accoglienti forse mi sarei dovuto prendere le cuffiette, forse.


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